Clinica: Trapianto di fegato

Il paziente accede all’ambulatorio alcologico trapianto di fegato del CRARL inviato dai gastroenterologi del Liver Transplant Unit del Policlinico Umberto I in seguito all’individuazione di un danno organico causato da un consumo di alcol a rischio oppure in situazioni borderline in cui l’abuso non è accertato e necessita di un approfondimento alcologico specialistico. La prima visita prevede la raccolta delle informazione anamnestiche generali e prosegue con la valutazione dei parametri vitali e la concentrazione di alcol ematica (BAC, Blood Alcohol Concentration). A questo punto inizia la vera e propria raccolta anamnestica riguardante la presenza di familiarità per patologie varie e nello specifico per l’abuso alcolico, anamnesi clinica, anamnesi patologica, anamnesi patologica prossima, anamnesi alcologica e tossicologica. Durante la visita verrà visionata la documentazione clinica che il paziente ha eseguito (indagini biochimiche, indagini ecografiche…) per una valutazione completa del caso. Il paziente, accompagnato dai caregiver, effettuerà un colloquio psicologico volto all’accettazione della malattia organica e dell’abuso di alcol e alle conseguenze personali e relazione causate dalla dipendenza.

La valutazione alcologica prevede un trattamento personalizzato del paziente dovuto allo stato di  malattia organica e psicologica che presenta nel momento stesso in cui accede all’ambulatorio. Alcuni pazienti verranno seguiti nei mesi precedenti al trapianto di fegato proseguendo con ulteriori controlli nei mesi successivi nella fase post-trapianto, altri durante la valutazione entreranno in lista d’attesa per uscirne in seguito ad un miglioramento delle condizioni mediche.

Le fasi di intervento sono state le seguenti:

  • Fase I: monitoraggio prima dell’inserimento in lista d’attesa per il trapianto epatico;
  • Fase II: monitoraggio durante l’attesa in lista;
  • Fase III: monitoraggio in fase immediatamente post-operatoria;
  • Fase IV: monitoraggio a lungo termine (follow-up) in seguito all’intervento di trapianto.

Fase I: monitoraggio prima dell’inserimento in lista d’attesa per il trapianto epatico

Follow up durante la fase di valutazione e di ingresso in lista (monitoraggio prima dell’inserimento in lista d’attesa per il trapianto epatico, Pre-Olt).
Per monitoraggio si intende: 1) la verifica di un reale abuso alcolico; 2) motivare la persona a non assumere alcol; 3) osservare l’andamento degli indici prognostici per cui, in caso di ricadute importanti in comportamenti maladattivi (compreso l’uso eventuale di sostanze stupefacenti), il paziente dovrà iniziare nuovamente il tempo di attesa di sei mesi prima di poter accedere nuovamente alla lista d’attesa.

Fase II: monitoraggio durante l’attesa in lista (prevenzione delle ricadute)

La seconda fase di intervento mira a monitorizzare l’astinenza dalla bevande alcoliche attraverso un’attenzione particolare alle situazioni a rischio in cui l’utente potrebbe trovarsi esposto e in cui potrebbe riprendere le assunzioni. Inoltre è importante valutare in questa fase una serie di sintomi prodromici necessari per la prevenzione delle ricadute.

Lo scopo, dunque, è di formare gli utenti a gestire le situazioni di rischio per prevenire un’eventuale ricaduta e comunque, nel caso in cui avvenga, intervenire e trattarla con le modalità più consone al problema presentato.

Fase III: Monitoraggio in fase immediatamente post-operatoria (Post-Olt)

In questa fase è necessario dare un supporto dal punto di vista psicologico e relazionale sia alla persona che ai caregiver, accogliendo le ansie ed angosce, ma anche, e soprattutto, speranze e progetti futuri.

Fase IV: monitoraggio a lungo termine (follow-up) in seguito all’intervento di trapianto

Trascorso il primo anno dopo il trapianto, gli appuntamenti di controllo saranno effettuati a seconda delle esigenze. Questa fase prevede ancora una volta la prevenzione delle ricadute in comportamenti maladattivi, dal momento che, il trapianto del fegato spesso induce nella persona la percezione di avere ormai un “organo nuovo”, forte e sano, che può tollerare tutto, per cui è facile abbassare la guardia circa il controllo sul bere.

Il compito dell’equipe multidisciplinare, in questa delicata fase, è quello di riportare l’attenzione sui danni di un’eventuale ri-assunzione di alcol o altre sostanze tossiche nella fase di post-trapianto.