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La sicurezza stradale tra campagne pubblicitarie, cultura e repressione

Il CRARL, segue attentamente il fenomeno dell’incidentalità alcol-correlata, e dell’iter di modifica della legge sul reato di omicidio stradale. Per mantenere alta l’attenzione e stimolare la riflessione dei nostri lettori proponiamo una articolo del Dott. Giancarlo Barletta, esperto che collabora con il Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio.

Il protagonista di un vecchio film americano diceva che le occasioni di un uomo per festeggiare erano principalmente tre: quando si sposava, alla nascita dei figli ed infine quando suo figlio si radeva la barba per la prima volta. Nulla da eccepire, tutte queste sono tappe importanti che danno il senso della vita. Forse oggi l’ultima potremo sostituirla con il giorno quando tuo figlio può guidare un qualsiasi mezzo e andare dove vuole. Perchè proprio in quel giorno si diventa grandi, si diventa più maturi, ci si sgancia dall’adolescenza, dall’egida familiare e si entra a far parte del mondo degli adulti. E ci si entra a pieno titolo perché proprio in quel momento ci si deve assumere le proprie responsabilità che in questo caso non sono differenti tra individuo e individuo. Alla guida non c’è più differenza tra uomo e donna, tra giovane ed anziano, tutti, alla stessa misura, ci stiamo confrontando con gli altri e con l’ambiente che ci circonda. In quel momento, forse anche inconsciamente, i giovani maturano.

E’ pacifico però che tutto questo non basta; la possibilità di fare degli incidenti è inversamente proporzionale all’anzianità di patente; meno esperienza si ha e più aumenta la possibilità di causare un incidente.

Teniamo però presente che per più del 90% degli incidenti la causa è da ricercarsi nell’errato comportamento umano. Poco significativi, nelle statistiche, sono invece i casi di rottura delle componenti meccaniche del mezzo, come pure i problemi che si possono riscontrare nelle infrastrutture viarie.

Il fattore umano deve essere dunque la base, la considerazione da dove partire per arrivare ad una guida più sicura che possa ridurre in modo concreto il numero di incidenti sulle strade. Ognuno deve fare la sua parte:

  • le case automobilistiche che dovranno costruire modelli sempre più sicuri;
  • i gestori delle strade ai quali spetta il compito di migliorare la sicurezza, la segnaletica, l’informazione per chi viaggia;
  • gli organi di controllo e repressione, con servizi sempre più puntuali e mirati;
  • i legislatori che debbono migliorare le leggi per quanto riguarda i trasgressivi (ancora rinviata la legge sull’omicidio stradale che dovrà affrontare ancora l’esame del Senato e tornare poi alla Camera);
  • ma principalmente chi guida un veicolo che sia a 2, 3, 4 o più ruote.

Saranno soprattutto questi ultimi che dovranno adeguare il proprio stile alle esigenze di una guida sicura, moderna e al passo con il progresso dei mezzi condotti.

Da questo punto di vista e considerando l’altissima percentuale di colpa che hanno i conducenti in caso di incidente, c’è ancora molto da fare. Vecchie abitudini (guida senza casco o senza la cintura allacciata), modelli errati o superati (guida euforica, uso del telefonino senza viva-voce o senza auricolare, mettersi al volante comunque anche se si è bevuto o si ha sonno), scarsa conoscenza dei mezzi guidati, il poco rispetto delle regole, della civile convivenza e dell’ambiente sono gli aspetti che più dobbiamo curare se effettivamente si vuole arrivare ad un reale abbattimento degli incidenti stradali.

Come fare? Come convincere i più riluttanti? Come crescere con la normale consapevolezza dei pericoli sulla strada?

Anche oggi, con un’informazione martellante e continua sui temi della sicurezza, si deve riscontrare che le centinaia di migliaia di incidenti che accadono in Italia sono da addebitarsi all’errore umano. Molto si sta facendo per contenere questo fenomeno, ma tutti quei messaggi, fini a se stessi, che vorrebbero mostrare comportamenti virtuosi alla guida o quelli che mostrano i risultati degli incidenti stradali, spesso con immagini raccapriccianti hanno sicuramente un’influenza marginale sul nostro comportamento.

Importante è invece controllare maggiormente chi si mette alla guida sotto l’effetto di alcol o di droghe; inibire questo comportamento e casomai aiutare queste persone a risolvere questo loro problema con assistenza e, dove necessario, con cure.

Ritengo perciò che le vie giuste da perseguire siano i controlli seri e puntuali sulle strade, una corretta informazione e più che altro la conoscenza che ognuno di noi deve avere per arrivare ad una guida più sicura. Emblematico il fatto che la stragrande maggioranza di multe e controlli riguardino veicoli fermi e che gli incassi di moltissimi autovelox servano più a far cassa che a migliorare la sicurezza stradale.

Soffermiamoci dunque su questi aspetti. Non c’è dubbio che l’introduzione della patente a punti, a suo tempo, sia stato un argomento forte, un tipo di repressione che tutti hanno recepito e che ha messo l’automobilista di fronte ad una scelta: seguire in modo serio le regole della guida in sicurezza o correre il rischio di pagare considerevoli somme di denaro per le multe e soprattutto di essere privato della patente e quindi non idoneo alla guida almeno per un certo periodo. La paura di perdere la propria autonomia negli spostamenti ha avuto un effetto sicuro che ha ridotto di una apprezzabile percentuale il numero degli incidenti e relativamente dei morti e dei feriti sulle strade. Importante anche il Tutor che rileva l’alta velocità in autostrada, ma dopo un periodo di significativa diminuzione dei morti e feriti sulle strade nel 2015 il numero dei sinistri gravi è tornato a crescere.

Ma sono la consapevolezza delle regole e la cultura della tutela che nasce dalla conoscenza dei mezzi, dei limiti, dei pericoli che sono determinanti per ottenere uno stile di guida compatibile la via maestra per una maggiore sicurezza.

Infine quello che ritengo sia la cosa più importante ed efficace se veramente vogliamo scommettere su un futuro più sicuro e con meno vittime: l’educazione stradale o, come oggi si vuole intendere, l’educazione alla convivenza civile che non sarà certo né una raccomandazione né una predica.

Saranno importanti per questo proprio la conoscenza diretta di cos’è la velocità, di quanto sia difficile e laborioso fermarsi piuttosto che accelerare; avere dimestichezza con i nuovi ritrovati tecnologici volti ad aiutare chi è su un mezzo ad evitare incidenti o perlomeno a contenerne i danni. Sapere i limiti di protezione dei mezzi o degli strumenti, gli effetti dell’alcol sul fisico e sul comportamento di guida, (ancor più se parliamo di droghe), della stanchezza. Essere consapevoli della responsabilità civile, ma anche umana, di chi è alla guida di un mezzo; avere la cultura del rispetto ambientale ed altro ancora sono tutti aspetti che devono far parte del bagaglio culturale di ognuno di noi. Solo con la conoscenza di tutto questo potremo evitare comportamenti di guida pericolosi, frutto di errate convinzioni, di mode transitorie, di vecchie e sbagliate abitudini. Stare al passo dei tempi, e, se vogliamo, essere capaci di cavalcare il progresso, devono essere la base stessa per un futuro maggiormente sicuro sulle strade. Di certo rimarranno i più testardi, i più duri a capire, ma un civile comportamento generalizzato li potrà aiutare sicuramente.

Autore: Dott. Giancarlo Barletta

 

 

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